” Mi piace condividere. Credo che non smetterò mai di insegnare. È grazie a voi che posso imparare ogni volta che insegno. E conoscere è la cosa più bella”.
Queste sono le parole che mi sono risuonate di più della lezione di oggi di Gabriella Cella a Quarrata. Una partecipante le ha chiesto se le piacesse di più la ricerca individuale o la condivisione. Dalla risposta è chiaro che la formazione yoga non si conclude mai. Che si apprenda dai libri, da un maestro o dagli allievi, c’è sempre da imparare. Ed è bello e significativo che ad ammetterlo sia una grande Maestra come lei, che insegna da oltre quarantasette anni.
Le mie novità per il mese di novembre – #newember per chi segue Gioia Gottini ^_^ – sono state riprendere a fare formazione yoga. Con la gravidanza, il post parto e il nuovo assetto della famiglia ho dovuto modificare la frequenza di partecipazione ai seminari. Da questo mese sto decisamente riconquistando questi spazi. Voglio essere fiduciosa e sperare che sia un nuovo trend.
Ho avuto la fortuna di partecipare ad un seminario a Bologna con Sandra Sabatini, allieva di Vanda Scaravelli, e oggi di incontrare Gabriella Cella, con la quale ho fatto la formazione yoga insegnanti.
nello yoga, come nella vita, non si finisce mai di imparare.
Ci sono sempre tante sfumature nella pratica yoga. Ogni momento è diverso dal precedente e dal successivo. Quello che si è colto una prima volta può essere diverso la volta successiva. Questo vale per la tecnica, come per le modalità di interagire con l’allievo, e soprattutto per le proprie emozioni. Nella lezione di oggi di Gabriella ho svolto alcune pratiche che già conoscevo cogliendone nuovi significati, nuove potenzialità. Ne ho riscoperte altre che avevo sepolto nel dimenticatoio delle esperienze e che sono venute a galla più decise.
Per di più, un po’ come un cantautore che arrangia un pezzo diversamente per il live, anche Gabriella propone leggere modifiche alle sue pratiche. Queste leggere diversità sono un grande aiuto, anche solo a non dar per scontata la pratica.
A maggior ragione nel lavoro simbolico dello Yoga Ratna: il simbolo è già dentro di noi e lavora in modo diverso a seconda dei momenti della vita.Analogamente per la lezione con Sandra del week end precedente ho avuto modo di risentire su di me alcuni approfondimenti della pratica che avevo svolto con lei a luglio nel Summer Yoga Fest a Campiglia Marittima. Presto parlerò meglio anche di questo tipo di yoga, per il momento gustatevi l’articolo di Serena su A spasso con al tigre, un blog che condividiamo.
conoscere è bello
Ma conoscere cosa? Con lo yoga impariamo ad ascoltare e a capire il nostro corpo. Esso ci lancia segnali inequivocabili sul nostro stato di salute e sul nostro stato d’animo. Sta a noi individuarli e capirli. Spesso siamo tentati a delegare la nostra salute ad altri. Lo yoga ci rende consapevoli e partecipi alle nostre condizioni fisiche e mentali.
Insegnare accresce questa conoscenza.
Non è più solo la nostra sperimentazione che ci guida, ma anche quella dei nostri allievi. Insegnare ci porta a capire anche le esigenze di un altro corpo, di un’altra anima, di un’altra mente. Per fortuna siamo tutti diversi e lo yoga ci accoglie tutti. Lo yoga è anche un veicolo per relazionarsi con gli altri, accrescendo sane e piacevoli relazioni.
“Il vostro corpo è l’arpa dell’anima e sta a voi trarne dolce musica oppure suoni confusi”. Kahlil Gibram
Crescere in modo personale con lo yoga con l’aiuto di grandi insegnanti è un grande privilegio e un enorme piacere.
Posso decisamente essere grata a questo mese di novembre, che mi ha riconfermato essere sulla strada giusta. Aggiungo immensa gratitudine alle mie insegnanti che mi ci hanno condotto e alla famiglia che lo ha permesso. Alla prossima formazione yoga! 😉
Se hai gradito questa riflessioni, se hai osservazioni e condivisioni sul tema da fare, avrei molto piacere tu lasciassi un commento oppure lo puoi condividere sui social, grazie! ^_^