chinnamasta yantra

Chinnamasta yantra • la sesta Mahavidya

Chinnamasta yantra è la raffigurazione geometria della sesta  Maha Vidya.

Chinnamasta è una delle Shakti dall’aspetto terribile, che intende sconvolgerci per condurci ad una consapevolezza più elavata ed elargire pace. 

Benchè la sua testa sia mozzata, è il sostegno della vita. 

Ganapati Muni, Prachanda Chandika 9-11,14

CHI È la dea Chinnamasta?

L’etimologia del nome Chinnamasta

Chinnamasta  vuole dire letteralmente “testa mozzata”. Chinna significa “tagliato” e Masta è Mastak, testa. Le parole danno subito la dimensione di cosa è: una divinità che si è tagliata la testa, sappiamo che la testa è il luogo delle vritti i cambiamenti di stato della mente, i movimenti della mente. Tagliandosi la testa raggiunge gli obiettivi dello yoga come definiti da Patanjali yogash chittavrittinirodhah – Lo yoga è l’acquietarsi dei movimenti della mente

Chinnamasta

iconografia figurativa di Chinnamasta devi

Così come la descrive il nome Chinnamasta anche la sua immagine figurativa propone una Dea con la testa mozzata. È la Dea stessa che ha tagliato la propria testa, la tiene nella mano destra e nella sinistra ha la lama con cui ha compiuto l’atto.

La sua testa mozzata, tenuta nella mano destra, beve il suo proprio sangue, da uno dei tre zampilli che scorgano dal collo tagliato. Gli altri due zampilli, nutrono le due dakini ai suoi lati. Le Dakini o Varnini rappresentano Ida e Pingala, i due canali che ruotano attorno a Sushumna simbolegiata dalla stessa Chinnamasta. La testa mozzata non è morta, è viva, e il suo volto non è irato, ma felice, addirittura beato. Ha un corpo nudo giovanile, decorato con teste mozzate e collane di ossa e collane di serpenti. Danza sul corpo di Kama, il Dio dell’amore e del desiderio che giace in un amplesso con Rati, la sua consorte. La coppia sono la rappresentazione dell’unione delle energie maschi e femminili della psiche.

È una forma che si vede per lo più disegnata e non scolpita visto la difficoltà del soggetto.

Interpretazione dell’aspetto di chinnamasta

Essere privi di testa è una delle cose più terrificanti e macabre che ci possiamo immaginare. La nostra immagine priva di testa è la non-realtà della nostra stessa entità incarnata.

Perdere la testa per qualcosa è un’espressione comune per indicare il totale assorbimento in qualcosa, al punto di perdere il senso ordinario della realtà.

Chinnamasta senza testa è una metafora yogica per indicare il superamento della coscienza del corpo o dell’attaccamento alla mente pensante.

Perdere la testa, luogo della ragione, perdere il ragionamento fatto con i sensi, a favore dell’intuito, collocato nel terzo occhio, Ajna Chakra.

È la sesta delle Maha Vidya e si colloca in un sentiero spirituale che parte da Kali e con Chinnamasta arriva a  togliere il coperchio alla mente verso l’accesso alla coscienza universale, situata oltre il pensiero prodotto dalla mente. 

Qui vorrei precisare una cosa riguardo all’ordine delle Dasha Maha Vidya, le dieci Signore della Saggezza relativamente alla quali ho scritto un post ad hoc. Per la studiosa Madhu Khanna, il cui ampio testo raccogliere gli infiniti aspetti dell’argomento yantra, Chinnamasta è la quinta. È la sospensione della vita, prima del fuoco della rinascita di Tripura Bhairavi. Io ho preferito attenermi alla tradizione e alla sequenza esposta da Harish Johari da cui ho tratto i disegni per poter raffigurare io stessa gli yantra. Accade spesso di trovare incongruenze tra i testi sull’argomento. In questi casi io preferisco segnalarli e spiegare le motivazioni delle mie scelte.

Nelle nostre pratiche yoga, quando arriviamo ad un punto avanzato, arriviamo a percepire la nostra testa come uno spazio vuoto, ed è già un gran traguardo! In fin dei conti, noi ci pensiamo corpo, ma se diamo spazio alla nostra coscienza, essa torna normalmente allo stato privo di corpo e di pensiero.

Chinnamasta è la dea che ci conduce a tagliare la nostra testa, a dissolvere la nostra mente nella pura consapevolezza.

chinnamasta
Meditare su Chinnamasta ci porta a liberarci dalle limitazioni della mente.

La via della consapevolezza consiste nel mettere da parte la mente, nel mettere via quel meccanismo che ci considera solo corpo. È questo sacrificio della mente che Cinnamasta rappresenta con la decapitazione, ovvero la liberazione della coscienza dalle catene della coscienza corporea. Fino a giungere alla liberazione dal corpo e sperimentare l’unità con gli oggetti della percezione, aprendoci allo spazio dell’infinito che oltrepassa il corpo. 

Non dovremo temere di perdere il corpo o la testa. Sono forme che limitano la nostra realtà più profonda. La morte le porterà via comunque. È un concetto facile a livello teorico, ma non altrettanto facile interiorizzarlo.

L’immagine iconografica di Chinnamasta è forte e drammatica perché il suo obiettivo è di agire sulla psiche e trasmette il concetto direttamente con i fatti crudi dell’immagine. Non è più una elaborazione della mente, ma sublimata direttamente alla coscienza, in maniera profonda. 

È un processo spaventoso e doloroso l’atto liberatorio, ci porta fuori dalla dimensione ordinaria dell’esperienza umana. Può portare a momenti di dubbio e di ansia, mentre ci vediamo sottrarre la nostra identità ordinaria. La sottrazione dell’ego produce un grande dolore, ma conduce ad un nuovo orientamento delle energie vitali.

Quando il velo della mente è sollevato, le energie più sottili fioriscono.
Chinnamasta è la liberatrice dalla limitata sensibilità del corpo. È la più benefica, anche se dolorosa, delle energie.

l’archetipo di chinnamasta e la donna contemporanea, il lutto perinatale o lutto creativo

Uma Dinsmore Tuli, scrittrice, visionaria e yogina, fondatrice del movimento Yoni Shakti prende lo yantra di Chinnamasta a simbolo del movimento.

Nel suo massiccio libro, UmaYoni Shakti associa nell’archetipo di Chinnamasta il dolore che la donna contemporanea prova nella trasformazione che avviene con il parto e in particolare il dolore del lutto perinatale. L’autrice argomenta per diverse pagine questo suo abbinamento portando esempi ed esperienze nel suo lungo percorso di insegnante yoga per lo più per giovani donne. Io trovo molto calzante questa associazione, credo che si possa estendere al dolore per il lutto di qualcosa che abbiamo creato e nutrito, indipendentemente dall’essere un figlio biologico. Penso possa essere allargato al dolore che si prova nel vedere appassire un progetto, una relazione, una qualunque cosa che abbiamo “generato” e poi dobbiamo lasciare.

chinnamasta

chinnamasta e i suoi altri nomi

Chinnamasta è chiamata anche Prachanda Chandika, la forma più feroce della già feroce Chandi ovvero Kali. Mentre Chandi/Kali distrugge i demoni, Prachada Chandika distrugge l’ego.

Nello Shakta Pramod, Chinnamasta è la Praptara Shakti, dove para significa oltre, primordiale.

È in relazione anche con Bhairavi, un’altra Shakti feroce e guerriera che si riferisce alle energie primarie della terra, mentre Chinnamasta è in relazione con le energie dell’atmosfera.

Chinnamasta è chiamata anche Indrani, la consorte di Indra, il supremo Signore dei Veda, è quindi la sua energia, la più potente delle divinità vediche. È detta anche Vairochani, “grande risplendente”. Ha attinenza anche con Durga. È chiamata Vajara Vairochani, “colei che risplende del vajara” fulmine, l’arma di Indra.

Tra i vari nomi anche Vidyut Shakti, l’energia elettrica della trasformazione, la pura visione che attraversa ogni cosa e la svela oltre le forme. È il potere della visione di sé che sacrifica tutti gli oggetti, incluso i corpi, alla consapevolezza.

Rappresenta l’Atma-yajna, il sacrificio di sé, dove offriamo noi stessi al Divino con il sacrificio della mente.

Chinnamasta è pralaya ossia la fine del mondo, quando l’Assoluto, riassorbe divorandola, l’intera creazione. È la testa che assorbe il corpo. È il potere della distruzione della sfera manifesta verso la dimensione trascendente. 

Chinnamasta è la più grande yogini, yogi femmina, ella è Yoga Shakti, l’energia femminile dello yoga, il potere dello yoga, la sua azione più drammatica. È Para-Dakini, la suprema delle Dakini, le Dee assistenti dello Yoga.

Come Tara, Chinnamasta, appare nella tradizione tantrica buddhista, è Vajra Yogini. È anche Cinnamunda nel buddismo tantrico, ma è chiaramente identificabile con Chinnamasta: decapitata, tiene la testa mozzata nella mano sinistra e nutre due assistenti femminili che la fiancheggiano con tre getti di sangue, nude, arruffate e con ghirlande di teschi. La differenza è che non è seduta o in piedi su una coppia che copula. In questo contesto simboleggia la realizzazione spirituale, il controllo dei venti interni.

dove è collocata Chinnamasta nel corpo sottile

La scienza yogica vede una rappresentazione “sottile” del corpo attraversata da canali e centri energetici, ma anche da punti nodali che impediscono all’energia di risalire lungo il canale centrale, i granthi:

  • Brahma-granthi, collocato nel chakra muladhara, il chakra della radice, che rappresenta la schiavitù della parola;
  • Vishnu-granthi, collocato nel chakra del cuore Anahatha chakra, e rappresenta la schiavitù delle emozioni;
  • Rudra-granthi, collocato nel terzo occhio, nel chakra Ajna, rappresenta la schiavitù del pensiero.
È in questo ultimo Rudra-granti che si colloca Chinnamasta, che riesce a penetrare e trasciendere pensiero mente e corpo.

Chinnamasta è Kundalini risvegliata e giunta dalla radice alla corona. È l’energia di Kundalini nello stato risvegliato. È il sentiero del movimento del prana lungo la Sushumna e simboleggia la luce, il risveglio, la luce centrale del corpo sottile.

Il suo principale luogo d’azione è il terzo occhio, Ajna Chakra, è il lampo della percezione che distrugge ogni dualità e negatività.

chinnamasta

 

Chinnamasta yantra: FORME, SIMBOLI E COLORI

Se siete interessati al linguaggio simbolico generico degli yantra, nel blog trovate questo post – YANTRA PER LA MEDITAZIONE: GLI ELEMENTI CHE LI COSTITUISCONO E COSA SIGNIFICANO – con un racconto dettagliato.

Questo yantra di Chinnamasta è tratto dai testi di Harish Johari e su basa sullo Shakta Pramoda, un testo tantrico.

YANTRA È COMPOSTO DAI SEGUENTI ELEMENTI E COLORI:

Lo yantra di Chinnamasta si può definire uno yantra a negativo bianco, ma soprattutto nero. Ogni linea è bianca, ad eccezione del Bhupur esterno e il Bhindu centrale.

La raffigurazione prevedere 4 porte, un loto a 8 petali e dentro un triangolo con la punta verso il basso che contiene a sua volta tre anelli circolari e un triangolo a punta verso il basso.

In altre tradizioni a volte troviamo il Bhuper verde scuoro e/o i petali rosa.

MEDITAZIONE SULLO YANTRA DI Chinnamasta

Il mio approccio alla meditazione con gli yantr è profondamente laico.

Credo che si possa approcciare a queste modalità desunte dal tantra interpretando e servendosi degli archetipi profondi che presentano in modo separato dalla religiosità.

Non si tratta di imitare l’adorazione di altre culture e religioni. Io vedo in questa simbologia antica un logica ancora attuale, di schemi e maschere che durano ancora ai nostri giorni. Ognuna delle dieci Dee della Saggezza porta con se significati profondi e radicati in ciascuno di noi, archetipi appunto. Disegnando, colorando e meditando su questi yantra mettiamo in atto un processo creativo che stimola in noi, in modo più o meno consapevole, riflessioni e analogie.

Quando meditiamo su Chinnamasta andiamo a rafforzare la forza della nostra volontà e della nostra visione.

Ogni yantra ha il suo mantra abbinato. In relazione a questo yantra ho trovato varie proposte di Mantra. 

Per molti è Hum (1), altri Hum Svaha, oppure la formula Om Sreeh Chinnamastaya Namaha.

(1) Madhu Khanna – Yantra. Il simbolo tantrico dell’unità cosmica – Edizioni Mediterranee

Chinnamasta può essere la base della tua pratica se…

Dedicarsi a Chinnamasta se si è pronti ad abbandonare il corpo, i beni materiali, per ricercare la leggerezza della forma sottile, la volontà e la visione oltre il desiderio. 

Meditiamo su Chinnamasta seguendo il percorso delle Maha Vidya, individuando Chinnamasta come sesta tappa e non sovvertendo l’ordine.

Questo è il mio personale consiglio. È una Dea molto energica e deve essere trattata con cura dai principianti. Mentre non ho percepito difficoltà dolorose nell’attraversare le proposte simboliche e archetipiche delle altre Dee, Chinnamasta mi ha messa ha dura prova.

Consiglio di affrontarla con cautela e non come prima esperienza.

Non è un caso che il culto pubblico e privato di Chinnamasta sia raro, vista la natura così feroce della sua rappresentazione. Il canto dei suoi cento epiteti feroci lo conferma. Pochi templi le sono dedicati. David Kinsley nel suo testo sulle Maha Vidya dice di aver trovato un solo tempio a lei dedicato a Varanasi, praticato solo dai seguaci  tantrika.

È adorata da coloro che ricercano poteri occulti e dai guerrieri prima della battaglia. Incarna il sacrificio disinteressato. La madre che nutre del suo stesso corpo. L’energia di Chinnamasta è espressa da tutti coloro che hanno professioni in cui incarnano il sacrificio verso gli altri, come pompieri, soldati, persone coraggiose che mettono a rischio la propria sicurezza per gli altri. 

Se la via del sacrificio non è per tutti, possiamo almeno rendere grazia, apprezzare il gesto, con un piccolo gesto di apprezzamento.

 

Nessun sacrificio è degno di questo nome a meno che non sia fatto con il sorriso.

Mahatma Gandhi

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BIBLIOGRAFIA:

 

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