viaggio in camper

Viaggio in camper verso i Paesi Baschi – prima parte

Un viaggio in camper come esperienza di conoscenza del mondo, e di se. Un esperienza condivisa con tutta la famiglia.

Il gusto di viaggiare è entrato nella vita insieme allo yogaEro già ultra-ventenne e avevo un gran bisogno di consapevolezza. Per la prima volta capii come viaggiare, osservando il mondo, conoscerlo e magari comprenderlo, potesse aiutarmi a capire un po’ di più me stessa.

Da quel momento, parte della mia vita è cambiata. È arrivato anche un compagno-di- viaggio (poi Guru-marito) e  abbiamo continuato a farlo insieme, con piccole interruzioni. www.unmondodibene.blogspot.it ne è testimonianza.

Questa estate ci siamo lanciati in un progetto itinerante con le nostre bambine e condivido in questo post il resoconto di questa avventura in camper verso i Paesi Baschi.

Novelli camperisti pronti all’azione. 

Dopo il ritiro, subissati di informazioni sul funzionamento della casa mobile, ci precipitiamo a riempirlo di quello che riteniamo ci possa servire per potare le nostre due piccole pesti in giro per l’Europa in viaggio in camper.

Destinazione Paesi Baschi, ma con ampi margini di variabilità.
Quanti km potremmo fare al giorno? Sopporteranno bene il viaggio le nostre bambine? Ci sarebbe davvero piaciuto viaggiare con quell’ingombrante scatoletta a quattro ruote?

Tutto da sperimentare.

viaggio in camperPrima tappa: Liguria.

Affollatissima nel sabato sera della seconda quindicina di luglio, ci siamo ritrovati al secondo tentativo all’area La Sosta di Loano, 41 posti, 15 Euro. Pulita, decorosa, appena fuori dalla città tanto da farci apprezzare di esserci portati dietro le nostre biciclette.

Niente a che vedere con le magiche soste immortalate dai miei contatti Instagram. Un parcheggio, anche piuttosto stretto, ma decisamente valido.

La prima notte in camper ti accorgi di quanto il bisogno di protezione sia alla base dell’essere umano.

Abituata a dormire sotto un tetto, il pensiero di essere a dormire in una scatoletta di legno che cammina con te, ti fa sentire fragile e insicuro. Ti fa dubitare del prossimo che hai attorno e nella mente si affollano immaginari pericoli. È stata la prima di quattordici notti che ho dormito con gli occhiali.

Loano di per sé carina, come ogni pezzo di Liguria che affaccia sul mare è sfruttato al suo massimo: ombrelloni fittissimi sulla spiaggia – e ci è andata di lusso di trovarne uno disponibile in ultima fila! – gastronomie che diventano ristoranti, carrozzieri che diventano ristoratori, ma tutto per fortuna ha il sapore delle buone e sane materie prime che questa terra “eroica” tra cielo e mare riesce a dare.

Seconda tappa: direzione Spagna con soste in Francia

In Costa Azzurra nemmeno proviamo a sostare, se la Liguria era over booking, chissà cosa c’è dai mangia-rane! Decidiamo di andare senza meta (incoscienti!) e di fermarci quando ce ne sarà bisogno.

Pranzo sull’autostrada francese con tanto di pasta in bianco per le bambine. E qui mi sono detta mai-più, alla prossima pane e prosciutto e al massimo due carote crude. Comodo vero il camper ma perché approfittarsene?

Attorno alle 17 le pargole strepitavano nei loro seggiolini, il tablet con i cartoni aveva tirato le cuoia e il modem portatile non agganciava il segnale. Di due telefoni ne funzionava uno solo, scarico e con funzioni da navigatore.

Urge sosta, nel mezzo del niente. almeno così sembra.

Grazie al librone cartaceo sostituiamo la defunta tecnologia e scegliamo Greasque per la sosta, vicino ad Aix en Provence, nei pressi di un museo della miniera che apre solo la mattina e in alcuni giorni. Ci premuniamo addirittura di chiamare per sapere se hanno posto. Hai voglia te! Potrebbero accogliere una comitiva di giostrai riuniti a festa. Piazzale sterrato immenso ai margine del paese e una pista da skateboard, che non manca mai nelle città francese anche minuscole.

Qui il senso di insicurezza del dormire in mezzo al niente aumenta.

Altri due camper oltre a noi, giusto a 300 mt di distanza. Come dire, ariosi.

Mangiamo, ostentiamo disinvoltura, riempivamo il camper dentro e fuori di polvere bianca della strada.

Dormiamo, oltre agli occhiali in capo, tengo anche la torcia in mano. Chiusi, giusto uno spiraglio sul tetto.

Non so se questa è una sensazione che colpisce tutti i provetti camperisti, ma per me è stata una sensazione invadente. Ho dormito in campeggio, a volte sulla spiaggia – nell’età dell’incoscienza è vero – ma mai era stato così forte questo senso di insicurezza.

Ma ci ho convissuto e le gioie di spostarsi e di vedere cose nuove l’hanno compensata. Certo, a Greasque era presto per gioire del viaggio in camper, qui la bilancia pendeva preponderantemente a sfavore.

Per di più che alle ore 7.00 della mattina la polizia municipale ci ha bussato alla porta per riscuotere i suoi 5 euro. Santi camperisti recensori di aree sosta che ci avevano in qualche modo preparati.

terza tappa: direzione oceano mare

Non saremmo riusciti in un solo giorno a vedere il mare, lo sapevamo, ma ci volevamo avvicinare il più possibile. Almeno fino a quando la prole e i nostri orecchie avessero resistito alla condivisione della casa su ruote viaggianti.

Volevamo arrivare ad una fattoria ospitale oltre Toulousse, ma ahimè ci siamo dovuti accontentare di Castelnaudary. Il regno della cassoulet, sede della Legione Straniera e attraversato dal Canale du Midì.

Finalmente il primo colpo d’occhio interessante in un paese dopo tre giorni di viaggio su ruote.

Il Canale du Midì qui si allarga in un ampio e suggestivo bacino, attorno un folto e armonioso verde ne fa la cornice.
Abbiamo preso posto nella Area Sosta del circuito francese a due passi dal centro. Ad ampi passi, sotto la temuta nube, abbiamo visitato il piccolo paese che non ha molto di più da offrire se non la vista sul canale ed una cattedrale gotica aperta a giorni alterni.

In zona c’è una sede della Legione e ci siamo immaginati provenissero da questo corpo dell’esercito una serie di personaggi insoliti che abbiamo visto in città.

Al ritorno al nostro camper abbiamo potuto anche iniziare a socializzare con la specie dei camperisti per opera delle nostre figlie.

La primogenita si è messa a puntare due ordinati e educatissimi fratellini spagnoli fino a quando non hanno potuto cedere al suo sguardo incantatore (o insistente!?) invitandola a dividere i loro giochi. Lei ha risposto portandosi appresso la valanga della sorellina.

Poteva il nostro primo contatto con uno spagnolo essere un tal Corsini da antenati fiorentini che aveva chiamato i figli Luca e Simone? A volte il destino ci prende in giro. Comunque expat di qualche secolo fa portava la famiglia a bordo di un furgone attrezzato a seguire il Tour de France lungo il Canale du Midì in bici. Tanto di cappello.

Da lì in poi la nostra avventura ha avuto un sapore quasi banale.

Qui abbiamo anche simpatizzato con la nuvoletta che ci siamo portati appresso per tutttttoooo il viaggio. Già, sempre insieme, con rari momenti di separazioni.

viaggio in camper labenneQuarta tappa: Labenne-Océan – parco acquatico

Acqua che scorre e sempre ristora, nel parco acquatico fatto di piscine e scivoli ci ha permesso di mettere a mollo le nostre pupe. La sosta proprio a fianco del parco di Labenne-Océan ci ha permesso di godere di un paio d’ore di scivoli e piscine in puro spartano stile francese.

Ma se sentite mia figlia è tra le tappe che ha preferito, riesce ancora a ricordare il colore di oggi scivolo. La nostra nuvola torna a farci visita per cena e inizia la nostra lunga serie di pasti on-the-camper.

 

Continua a leggere il seguito nel prossimo post (on line da martedì 8 agosto). Iscriviti al blog per non perderlo.

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