Yoga in presenza post-covid …e a settembre poi cos’è successo? Come è andato il ritorno in sala yoga dopo l’emergenza?
Siamo ormai a ottobre inoltrato e può essere l’occasione di fare un punto su quello che è successo in questo complesso inizio attività yoga in presenza post-covid. Settembre per chi ha un’attività stagionale come la pratica yoga è sempre un mese complesso. Questo 2020 lo ha resto ancora più complicato.
Dopo la sospensione delle attività a marzo per l’emergenza sanitaria, molti di noi hanno attivato corsi on line e solo in pochi sono rientrati a fare yoga in presenza già da giugno. Qualcuno come me ha fatto poche lezioni al parco e in piccoli gruppi, rimandando tutto a settembre.
Nei post precedenti vi ho parlato della pratica di yoga on line e del questionario che ho “improvvisato” per capire cosa pensavano i praticanti yoga e cosa avrebbero preferito.
Poi settembre è arrivato.
Ci ha trovato preparati. Abbiamo letto decreti, ordinanze e disposizioni regionali, consultato amici e consulenti della sicurezza, abbiamo definito protocollo anti-covid tali da rispettare le regole in modo da permettere a tutti, insegnanti e allievi, di sentirsi sicuri. Anche se a volte le fonti non erano chiare o si contraddicevano, anche a scapito di qualcosa, diciamocelo. Abbiamo progettato gli orari dei corsi in modo da poter disporre un numero definito di persone e rispettare il distanziamento, l’arieggiamento, la pulizia e tante altre cose.
Gli allievi sono tornati, se non tutti almeno una buona parte. Abbiamo iniziato a praticare, a ritornare alle nostre salutari abitudini, seppur con la mascherina. Abbiamo ristabilito un contatto e la nostra comunità che ruota attorno alla pratica yoga, anche senza abbracciarci, alzando solo un po’ il gomito!
Questa credo sia la dinamica che molti insegnanti yoga hanno vissuto a settembre.
Personalmente il mio focus di settembre è stato il mondo dei detersivi e delle tecniche di pulizia. Non avevo mai approfondito l’argomento in vita mia, anzi lo avevo scansato come la peste. Mi sono ritrovata a parlare appassionatamente di come pulire il pavimento, se con il cencio o con il mocio, e nel caso di quest’ultimo quale mocio? quello con il pedale? quello elettrico? Un argomento infinito e ricco di sfumature. Abbandonare il vapore e l’aceto e tutti i prodotti naturali per i classici detersivi a base di cloro o l’alcol è stata una necessita per rimanere nelle regole. Calcolare i tempi di asciugatura in base all’umidità dell’aria e del vento una magia che regala soddisfazioni come quando azzecchi la macinatura del caffè nella macchinetta dell’espresso. Ammetto di aver rasentato la nevrosi a fin di bene, e non ero sola.
Stabilita la prassi più tattica di pulizia della sala yoga ho aperto gli occhi fuori dalla mia ansia e mi sono resa conto che davanti a me, alle miei lezioni, c’era un mondo di allievi realmente motivati. Non c’era più quel via vai di “lezioni di prova” che mi imponeva di svolgere per quasi tutto il mese di settembre lezioni “assaggio” di quello che lo yoga può offrire. Non dovevo esplicare niente di più se non la pratica, perché anche quei nuovi allievi che sono arrivati, erano già stati lì in momenti diversi e avevano scelto, nonostante tante insicurezza, di essere li. A conti fatti, c’è un risvolto positivo anche in questa emergenza.
chi ha scelto di investire in attività per se stessi – come lo yoga – in questo momento di incertezza, lo ha fatto spinto da una forte motivazione e un forte interesse.
I miei allievi questo anno sono differenti. Sono meno, più esperti e più motivati. Io come insegnante mi sento motivata a offrire una didattica rinnovata rispetto agli scorsi anni, mi sento in dovere di fare ancora meglio, diversamente. Dopo aver passato il cencio, sia chiaro.
Questa non può essere una verità uguale per tutti. Ovviamente l’attività di insegnare yoga è diversa a seconda del luogo dove si svolge e delle persone che coinvolge. Ho visto molte colleghe, soprattutto di grandi città optare per mantenere corsi per lo più on line. Al primo colpo d’occhio ho pensato di essere stata un incosciente a tornare in sala. Ad un esame più attendo mi sono anche detta che nelle grandi città la situazione potrebbe essere diversa. Dove per lo più ancora si lavora in smart working potrebbe essere più agevole stare ancora a fare pratica yoga a casa. Io vivo e propongo i miei corsi yoga in una città di 45.000 abitanti e probabilmente le condizioni sono diverse di quelle di una metropoli.
Rimango aperta a sviluppare le mie riflessioni sullo yoga post covid anche grazie alle tue osservazioni, quindi che tu sia praticante o insegnante yoga e ti va di dirmi come è stata “la tua ripresa” lasciami un commento, fosse anche per dirmi quale mocio preferisci 😉
Sarò lieta di integrare questa riflessione, ovviamente è parziale perché proviene solo dalla mia esperienza, anche con le tue osservazioni.